Si stanno spendendo, a giusta ragione, tante belle parole accompagnate da mille fotografie, per ricordare Stanislao-Stanko Radikon, vignaiolo della provincia di Gorizia (Friuli Venezia Giulia) che ha lasciato questa terra poche ore fa. Fa sempre scalpore la morte di un personaggio famoso, Stanko Radikon lo era, anzi lo è per i suoi vini, frutto di una filosofia di vita che decise di condividere con la propria famiglia, in primis Suzana, sua moglie, donna che lo supporta in tutto e poi con quanti hanno cominciato ad assaggiare e a discutere su quei vini così diversi da quelli freschi, così “strani”,che fanno parte della tipologia vini bianchi ma che non hanno il tradizionale colore dei vini bianchi; non sono giallo oro paglierino, sono color ambra e pure torbidi, non hanno i sentori di caramelle alla frutta o mou, sanno di uva odorano di vigna, sono tannici, hanno un’acidità elevatissima!
Vini che di sicuro non riescono a piacere a tutti, ma è giusto che sia così.Quando si andava a trovarlo a Oslavia, Stanko, nel silenzio quasi religioso della cantina, con le botti disposte in bella fila che imponevano di parlare a bassa voce, raccontava con pazienza e con amore paterno la storia delle sue uve.
La Ribolla, antico vitigno autoctono che più si concede alle lunghe macerazioni.Il Jakot (Tokaj al contrario, nota dissidente verso la decisione di cambiare il nome al Tocai del FVG), il Pinot grigio, l’ uvaggio Oslavje e anche il Merlot! Vini che, secondo una scelta all’epoca controcorrente rivelatasi poi vincente,si conservano meglio in una bottiglia da 1 litro, tutta da disegnare e sperimentare insieme al suo tappo. In un secondo momento arriveranno anche le bottiglie da mezzo litro. Il nostro ricordo si sofferma sugli incontri nelle varie manifestazioni con il – “Come s’è,omo!”- ( Espressione di saluto confidenziale per chiedere Come stai?) della nostra Sandra Tavagnacco che scambia sempre cordiali parole con Suzana, le lunghe chiacchierate con Livio e Marco che tempestano tutti i vignaioli cercando di capirne di più, io che tento di imparare quanto più possibile e memorizzare rubando, come spesso accade, un sorso dal calice di Giuseppe… Naturalmente incontreremo ancora la Famiglia Radikon e terremo vivo il ricordo di Stanko. Stanko che se n’è andato nel periodo più importante per un vignaiolo, la vendemmia… Ma di sicuro il suo soffio aleggerà tra i vigneti di Oslavia, sostenendo suo figlio Saša che da anni ormai si occupa di viticoltura e guidando ancora, con l’esempio che ha dato in vita,Suzana, Savina e Ivana.
Giuditta Lagonigro con Sandra Tavagnacco,Michela Cantarut, Renata De Corte,
Giuseppe Clapiz, Marco Furlan, Livio Gervasio.
Le foto n.3 e 4 sono Giuseppe Clapiz
12 settembre 2016