“Emozionale,senza saccenteria, fresca e autentica” la serata organizzata da Michele Polignieri e Gerardo Leone, in collaborazione con Dimarno Group e Tenute Lucane, presentata da Cristiana Papazissis. Vini macerati: ritorno al futuro.
La cronaca di Maddalena Nuzzi e Giuditta Lagonigro.
Non sono l’ultima moda del vino ma, il vino come si faceva una volta, quando la vinificazione era una e solo una: tagliare, pigiare e macerare l’uva, bianca o rossa che fosse.Non pensate di partecipare a una degustazione di vini macerati e potervi permettere di recitare una qualsiasi omologata scheda di degustazione.
Due sono gli assiomi che vi guideranno all’assaggio: il vino si fa con l’uva e il vino vi piacerà o non vi piacerà.La curiosità ha sempre guidato le mie esperienze enoiche ed anche questa volta la stessa mi ha condotto a “La locanda di Beatrice” a Corato (Ba) in un evento firmato Slow Food Murge, dove un cast d’eccezione esordiva in un interessante laboratorio del gusto dal leitmotiv per nulla scontato. Un ritorno al passato che ci conduce in un presente enologico dove, le azioni compiute vanno a determinare una non omologata bevanda dall’originale destino.
Due i produttori a calcare il palcoscenico: Princic e Radikon; otto le etichette a esibirsi; circa quaranta i curiosi a godere lo spettacolo.
S’incomincia calandosi nel territorio, siamo nel Collio Goriziano, Oslavia per la precisione; dove la “ponca” (strati di marna arenaria di epoca eocenica) e le “Alpi Giulie” (a protezione dalle perturbazioni atmosferiche) regaleranno ai futuri vini una nobile mineralità, imprescindibile caratteristica delle grandi bottiglie. Si passa poi a narrare del duro lavoro in vigna fatto di muscoli, di levatacce, di ansie, di continue sperimentazioni, d’inchino al volere del grappolo in vigna con solo trattamenti di copertura e non di assorbimento e tanto rispetto in cantina con l’intervento solo di lieviti indigeni. E se l’annata non è delle migliori? Più lavoro e meno vino.Pochi i grappoli per pianta, tutti raccolti a mano e a ottimale maturazione; lunghe le macerazioni perché tutte le informazioni sono racchiuse nella buccia e poi il vino va atteso, quell’attesa che conferirà equilibrio e stabilità.Si aprono le danze e uno per volta, i fantastici otto vengono fatti scendere nei calici.
I colori sono forti, si scopre il quarto colore: l’arancione. La struttura è importante e più saranno i giorni di macerazione più la stessa si farà poderosa. Immediata è la
percezione dell’acidità volatile alla quale è affidato il compito di portare su gli imperanti profumi terziari, “macerati”. La solforosa qui non viene aggiunta a vantaggio del ventaglio olfattivo che ne viene amplificato, rendendo questi illustri, ai più sconosciuti, estremamente intriganti, bevibili per venti anni ad una temperatura di servizio di circa 15° e che non dovranno mai conoscere frigorifero..I primi tre sono di Princic: Pinot Grigio – Venezia Giulia IGT – 2013 – 14% vol.,diraspatura e macerazione per otto giorni ad una temperatura di 34°, nessun filtraggio , nessuna chiarifica e due anni in botte di legno di rovere francese e/o Slavonia; a seguire Jacot – Tocai Venezia Giulia IGT – 2013 – 13, 5% vol., nessuna filtrazione e due anni in botte di legno; nel terzo calice è stata versata la lady del Collio, la Ribolla Gialla – Ribolla Gialla Venezia Giulia IGT – 2013 – 12,5% vol., anche qui nessuna filtrazione, 35 giorni di macerazione e da 4 a 5 anni in botte. Tutti i vini sono in purezza. Dario produce “orange” dal 1995, i suoi vini sono molto eleganti e puliti, intenzionalmente li vuole così e tale risultato si ottiene con più travasi, tutti quelli necessari.
Da qualche tempo in cantina ci sono anche botti costruite con legno di acacia e castagno, proveniente dai boschi che circondano i vigneti Princic. Nel quarto e quinto calice il vino è quello di Radikon: prima Slatnik – 80% Chardonnay e 20% Tocai Friulano, fermentazione spontanea, macerazione per 10 giorni , 18 mesi di affinamento in botte e due mesi di affinamento in bottiglia; poi Jakot, 100% Tocai Friulano, da 2/4 mesi di macerazione, 4 anni di maturazione in botte e 2 anni in bottiglia. Il sesto calice contiene una Ribolla Gialla del 2010, storico vitigno , categoricamente manuale la vendemmia, 3/4 mesi di macerazione, 4 anni in botte. Una curiosità: Radikon preferisce le bottiglie da litro e con il collo più stretto perché così lo scambio di ossigeno e anche l’invecchiamento vengono rallentati.Il settimo è un Cabernet Sauvignon del 2002 di Princic, sei anni di botte e lultimo un Merlot del 2005 che ha trascorso cinque anni di barrique non di primo passaggio. L’animata discussione si è ancor più infervorata sui vini rossi…
Maddalena Nuzzi
La serata durante la quale si sono vissuti momenti di reale commozione soprattutto dopo la proiezione di un video dedicato a Stanko Radikon (da poco scomparso)e un brindisi in suo ricordo al grido di Zivijo (ciao) pronunciato da Dario Princic, suo fraterno amico, è proseguita con una degustazione di olio, guidata da Michele Polignieri, convivium leader di Slow Food Murgia, esperto di olî extravergine di oliva.
Protagonista la Coratina, cultivar pugliese che l’Antico Frantoio Muraglia di Andria lavora secondo il metodo della spremitura a freddo. È un olio dal fruttato intenso, con note piccanti e amarognole, caratteristiche di un prodotto ricco di polifenoli antiossidanti. In purezza o accompagnato da un buon pane dop di Altamura, rivela tutto il bouquet che racchiude il profumo della salute. Maurizio Balducci, la grande mente de La Locanda di Beatrice, ha offerto ai presenti un delizioso risotto primavera…
Non sono finite le sorprese della serata dedicata ai vini macerati. Ricco il menu della cena che è seguita,ma soprattutto di grande qualità la materia prima. Delizioso è il tortino con funghi cardoncelli, sbriciolata di salsiccia a punta di coltello su fonduta di canestrato stagionato in grotta; succulenti le mezze maniche “Tenute Lucane” mantecate con guanciale di maiale nero, pomodori secchi e crema di verdure.
E qui si apre una parentesi per meglio presentare l’azienda Tenute Lucane, un consorzio di produttori agricoli della collina in provincia di Matera che coltiva cereali e legumi secondo criteri di basso impatto ambientale e salubrità delle produzioni. Di particolare interesse è la pasta ottenuta utilizzando varietà selezionate di grano duro coltivato in Puglia e Basilicata. Un progetto che, si spera, sia seguito da molti soprattutto per contrastare l’importazione di grandi quantità di grano canadese che, nel tempo, potrebbe provocare danni alla nostra salute. Squisiti il trancio di baccalà, croccante di pastasfoglia e crema di patate aromatizzate al limone e, infine il dolce alla frutta con croccantino. I vini che accompagnavano tante delizie erano naturalmente quelli di Princic e Radikon che si sono prestati al gioco degli abbinamenti. Una serata istruttiva e divertente, nata in sordina e quasi in un clima di diffidenza che però, com’è giusto che sia, ha registrato un cospicuo numero di partecipanti rivelatisi molto curiosi e pronti ad approfondire l’argomento. Un primo passo per far conoscere quei vini dall”insolito colore, vini torbidi, a volte con strani profumi …I vini macerati, gli orange wine, i vini ambrati, i vini dorati, i vini che da lontano avanzano verso il futuro passando anche per le Terre di Mezzo…
Giuditta Lagonigro
Foto di Maddalena Nuzzi,Rino Mendolicchio, Giuditta Lagonigro