Si è conclusa felicemente anche la quindicesima edizione di VinNatur. annata 2018, svoltasi, com’è ormai consuetudine, nelle storiche sale di Villa Favorita, a Monticello di Fare Sarego (Vicenza).
Centosessantotto gli espositori-vignaioli, con una grande rappresentanza giunta da Austria, Francia, Germania e Spagna, che si raccontano, alcuni con grande loquacità, altri con discrezione, tutti però con l’intento di presentare vini prodotti attraverso una sana agricoltura. VinNatur infatti, -è un’associazione senza fini di lucro, con lo scopo precipuo di formare e superare la ricerca e l’educazione al vino naturale.Otto ettari di superficie media per “piccoli” produttori che nel 2016 hanno partecipato alla elaborazione del disciplinare di produzione, attraverso il quale stabilire i parametri per la produzione di “vino naturale”, locuzione alla quale si cerca di dare una definizione chiara e precisa. L’associazione collabora con molti enologi, per meglio comprendere la gestione dei processi di fermentazione spontanea con lieviti autoctoni e senza aggiunta di additivi.Importante anche la ricerca avviata in vigneto, con competenze botaniche, entomologiche e agronomiche, sostenuta dalle università di Trieste, Udine e Firenze, allo scopo di ridurre la dipendenza da rame e zolfo, migliorando così l’impatto umano nella vitalità dell’ecosistema vigneto.- La giornata comincia con una bella passeggiata lungo il viale dei cipressi che porta alla villa. Di chiara ispirazione palladiana, Villa Da Porto, Ziggiotti, Manin, Massari, Zordan, detta La Favorita, fu costruita dal 1714 al 1715 su progetto dell’architetto Francesco Muttoni. Lungo il percorso si possono ammirare le due barchesse, utilizzate per usi agricoli, per poi arrivare al pronao attraverso una larga scalinata. Le postazioni dei vignaioli occupano le ampie sale del primo piano e quelle delle cantine.
In poco tempo i numerosi visitatori creano capannelli che costringono a gimcane enoiche, con il solito gioco delle braccia che si intrufolano come tentacoli verso il vignaiolo, cercando di ottenere un po’ di vino e nel frattempo cogliere qualche frase del suo racconto o, quando va bene, porgere alcune domande.L’aria profuma di euforia e di curiosità, anche in considerazione di nuovi nomi e nuovi vini.Impossibile degustare tutto. Si comincia con i vini di
Ca’De Noci- Quattro Castella -Reggio Emilia-: buono lo spumante Metodo Classico,dosaggio zero, varietà pergola in purezza, tanti profumi e spiccata acidità che regala grande freschezza.Molto interessante il Sottobosco, un rosso frizzante, secco, sui lieviti, prodotto da tre vitigni autoctoni: Grasparossa, Malbo gentile, Lambrusco di Montericco,Sgavetta; piante basse,sistema di allevamento adatto a terreni poveri come quelli delle colline su cui crescono.
Tenuta Terraviva – Tortoreto- Teramo con Mario ‘s , Trebbiano d’Abruzzo Superiore100%, pergola abruzzese; Ekwo, Abruzzo Pecorino 100% Doc; Giusi – Cerasuolo d’Abruzzo Doc, da uve Montepulciano; Luì, Montepulciano d’Abruzzo ; Polifemo Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg. I vini bianchi freschi ed eleganti, i rossi parlano la lingua del Montepulciano d’Abruzzo, sanno di territorio…
Reyter, Bolzano. Unico per uvaggio il Pierrot 2015, da uve Moscato e Solaris, vitigno autoctono molto resistente alle malattie fungine. Aromatico al naso, asciutto e deciso in bocca.
Mosto Carmelitano Azienda Agricola Maschito (Pz).Mascitano bianco, Moscato 100% IGT, ha profumi non eccessivi, rimane discreto pur lasciando tracce nelle memoria olfattiva. Il Maschitano rosato, Aglianico 100% è ottenuto dal fiore del mosto.
Rocco di Carpeneto – Carpeneto (Al) Alto Monferrato. È stato un piacere incontrare ancora una volta Lidia Carbonetti e Paolo Baretta che qualche tempo fa siamo andati a trovare in azienda. Ovada Losna,Ovada Vigna Rocco(Steira,)Ovada Riserva(Erche), sono l’espressione di un vitigno, il Dolcetto di Ovada che, al contrario di quanto molti pensano, può dare vini longevi e di grande struttura.In degustazione anche la Barbera del Monferrato Superiore Vigna Rocco (Reitemp),la Barbera del Monferrato Superiore (Rapp), la Barbera del Monferrato Superiore (Rataraura-in anfora). La Barbera, rispetto al Dolcetto è un vitigno semplice, molto autoctono, infatti non è consigliabile coltivarlo altrove… Il Piemonte Cortese (Ròo) e il Monferrato Dolcetto (Aur-Oura), sono altre espressioni di vini da assaggiare e ricordare.
Un piccolo tour per scoprire vignaioli pugliesi che hanno deciso, chi da più tempo, chi più recentemente, di far parte della famiglia di VinNatur ci porta alla
Tenuta Macchiarola con vigneti in provincia di Taranto.
Tra le diverse tipologie di vini da vitigni autoctoni fa colpo la meno conosciuta Verdeca Igp Salento. Il vitigno, rivalutato da qualche anno, acquisisce maggior personalità attraverso la macerazione. Anche il Fiano di Puglia Igp Salento Belle Vignole e il Primitivo rosato Colfondo Igp, sono novità da seguire.
Valentina Passalacqua- Apricena (Fg). Tra i vini in degustazione purtroppo, vista la scarsa attenzione dovuta a presenze più importanti (ubi maior…) abbiamo assaggiato Terra Minuta (Fiano minutolo e Greco) e Cosi Comè (Falanghina), entrambi vini eleganti.
Natalino del Prete – San Donaci (Br) – Un nome, un’azienda storica per tradizione familiare, quella di Natalino del Prete, vignaiolo biologico, da sempre attento a non rompere i delicati equilibri della Natura. Accompagnato da sua figlia Mina, parla con grande affabilità dei suoi vini, le sue creature a cui ha dato nomi delle persone più care. Di certo il Vino rosso Igt Salento, il Primitivo e l’Aleatico del Salento sono vini che fanno riflettere per caratteristiche e peculiarità uniche.
Proseguendo virtualmente il viaggio verso sud, in realtà spostandoci solo di qualche banco arriviamo in Sicilia.
Marco de Bartoli – Marsala (Tp). L’azienda De Bartoli, con vigneti nella zona di Marsala e nell’isola di Pantelleria, offre meravigliosi prodotti di qualità, a dimostrazione che i vitigni autoctoni, lavorati con metodi che uniscono tradizione e innovazione, sono i migliori testimoni del territorio.Impossibile da dimenticare, seppur dopo solo qualche sorso,il Marsala Sup. Oro Vigna La Miccia, da base Grillo e il Vecchio Samperi – Bukkuram, prodotto dal vitigno Zibibbo con l’antico metodo soleras, “attraverso una sequenza di passaggi di piccole percentuali di vino più giovane in fusti he contengono vini più vecchi.”
Quelle descritte sono solo alcune note selezionate tra i vari e numerosi assaggi dai quali si giunge a una certezza: la diversità di vigneti e territori, elementi distinguivi fondamentali, è da valutare e approfondire con serietà.É essenziale conoscere vini e vignaioli, ma, pur rispettando sempre il lavoro di questi ultim,i non si può dare per certo che un vino, naturale o tradizionale che dir si voglia, sia per forza buono e privo di difetti. La qualità del prodotto non si improvvisa e se pure c’è esperienza non guasterebbe mettersi in discussione e confrontarsi…
Buona l’idea di riservare un’area alla gastronomia con prodotti di qualità, comprese birre artigianali, che ha consentito di rifocillarsi trasformando le pause in una sorta di picnic consumato nella rigogliosa terrazza/giardino, retrostante alla villa, dalla quale o dal quale si poteva godere una splendida vista sulla pianura e sui vigneti delimitati dai Monti Berici, Lessini e in fondo dalle Prealpi Vicentine.
Vinnatur.org
Dina Giuditta Lagonigro
fantastic and wonderful!
Thanks!