Serata storica-non è un’esagerazione- quella del 10 febbraio, trascorsa a casa di Alessia e Roberto Picech in località Pradis-Cormons (Go). L’accoglienza nella grande sala scaldata dallo scoppiettante fuoco del caminetto, con la tavola apparecchiata di tutto punto e soprattutto il numero dei calici in bella fila ci hanno fatto pregustare quella che sarebbe diventata una delle più interessanti esperienze sensoriali del nostro “enocammino”.
Prima di parlare dei vini facciamo conoscenza con la famiglia Picech. Il cognome Picech, ci racconta Roberto è di origine boema, “Dagli archivi anagrafici parrocchiali risulta che i miei avi erano a Cormons (Go) già dal 1570, nel 1920 nonno Giuseppe si trasferisce in località Pradis (nel cuore del Collio) e negli anni 60 mio padre Egidio e mia madre Jelka acquisiscono le terre su cui già lavoravano”. Nel 1989 Roberto diventa il condottiero dell’azienda e da allora lavorando con grandi sacrifici, determinazione e passione è riuscito a raggiungere almeno in parte, i suoi obiettivi. Roberto ha conservato la caparbietà di suo padre “Il Ribel”, ricordato dai conterranei per il grande senso di giustizia e onestà intellettuale, protagonista di un episodio che lo vide sospettato di un reato politico rivelatosi poi infondato e che anzi gli fece guadagnare il ruolo di protagonista in un inedito fumetto e la stima di tutti i compaesani.
Roberto ha conservato l’appellativo di Il Ribel sulle etichette dei vini insieme all’immagine di un riccio che gli ricorda metaforicamente la personalità di suo padre, pieno di aculei all’esterno ma molto tenero dentro…
Da qualche anno Roberto è sposato con Alessia, sua musa, consigliera (dietro un grande uomo…) mamma dei due splendidi figli, Athena e Ruben, nomi che ritroveremo.
Nonostante il freddo decidiamo di andare a fare un giro nella ristrutturata cantina a forma semicircolare. Naturalmente Roberto ci parla dei vini proprio con lo stesso amore che riserva ai figli, infatti li segue con pari cure e attenzioni aggiungendo un po’ di sana creatività durante gli assemblaggi.
Il lavoro più importante viene fatto in vigna laddove si cerca di rispettare al massimo la natura , intervenendo con qualche concimazione solo quando è indispensabile. Roberto produce vini molto personali, aspetto non scontato, ama le macerazioni ma cerca di trovare sempre un punto di equilibrio per non superare quell’invisibile confine che può trasformare un buon vino macerato in altro…I vini di produzione Picech sono:
Friulano 13.5° DOC Collio -da uve tocai, vino particolarmente caro a papà Egidio. L’80% dell’uva viene diraspata e macerata per qualche ora, affinamento sui lieviti per sei mesi in vasca d’acciaio.
Malvasia 14,5° DOC Collio -da uve di malvasia istriana, vitigno che sul Collio goriziano si esprime in tutta la sua potenza. Dopo la diraspatura le uve vengono macerate per 12 ore, fermentazione controllata, affinamento per sei mesi, su lievito propri, in vasca d’acciaio. La Malvasia è un po’ l’emblema dell’azienda.
Pinot bianco 13,5° DOC Collio – il Pinot bianco 2005 fece guadagnare a Roberto Picech l’Oscar del Vino edizione 2007. Macerazione per poche ore con fermentazione controllata, affinamento sui lieviti per sei mesi in vasche d’acciaio.
Bianco Jelka 13,5° DOC Collio -dedicato a mamma Jelka. Ribolla gialla, friulano, malvasia; parte delle uve viene macerata per dodici giorni senza controllo della temperatura e su lieviti propri, poi affinamento in botte grande e tonneaux per diciotto mesi.
Bianco Athena 14° DOC Collio -la nascita della piccola Athena coincide con il periodo in cui Roberto aveva fatto un altro esperimento, ben riuscito peraltro. Athena è un tocai-friulano in purezza. Macerazione senza controllo di temperatura per dodici giorni in botte da 25 ettolitri. Si procede a pressatura poi affinamento per oltre un anno in tonneaux. Non filtrato, solo bottiglie Magnum.
Collio Rosso 13,5° DOC Collio -ottimo vino rosso non impegnativo da uvaggio di cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot. Macerazione per venticinque giorni, in vasca d’acciaio fino a imbottigliamento.
Riserva Ruben 14,5° DOC Collio -Ruben come il piccolo Picech, come il rosso rubino del vino. Merlot e cabernet sauvignon solo di grandi annate, quaranta giorni di macerazione, affinamento in tonneaux per più di due anni, assemblaggio in botte grande.
Noi de la Poliphenolica ci aspettavamo di assaggiare gli ultimi vini e al massimo qualche bottiglia d’annata, mai e poi mai avremmo immaginato la sorpresa che Alessia e Roberto ci avevano preparato. Dopo il giro in cantina siamo rientrati in casa, Roberto si è scusato assicurandoci che sarebbe tornato subito, intanto abbiamo gustato un fresco Pinot bianco 2010. Sono passati 15’, cominciavamo anche a preoccuparci quando abbiamo visto il nostro vignaiolo rientrare con in braccio alcune bottiglie coperte con alluminio.
Da lì la mescita del primo, secondo, terzo, quarto vino. Ecco la sfida, una degustazione alla cieca con nessun suggerimento, nessun “aiutino”. Ci guardiamo, raccogliamo il guanto, organizziamo i gruppi di lavoro e via! Non vi lascio sulle spine per più di un’ora, com’ è successo a noi tra la curiosità e il divertimento. Tre sono state le batterie , due da quattro vini, una da cinque. In effetti il protagonista è stato un solo vino lo Jelka (ribolla gialla, malvasia, tocai), di annate diverse assaggiate una per una da Roberto prima che arrivassimo. L’ordine di mescita non rispettava quello delle annate, il gioco di Roberto è stato proprio quello di presentare i vini in base alla freschezza a prescindere dalla data in etichetta. Gioco ben studiato visti i sorprendenti risultati.
Le annate erano: 2009-2008-2007-2004-2002-2003-2001-2006-2005-2000-1998-1996-1995.
Noi le abbiamo degustate in una sequenza diversa.
Jelka 2009 14°- Colore giallo paglierino, limpido, consistente, intenso, complesso, fine, fruttato, minerale, a primo naso sentori di caramella, agrumi, dopo qualche minuto si fa spazio la liquirizia, poi una nota di peperone. E’ un vino in continua evoluzione. In bocca è secco, caldo, fresco, abbastanza sapido, equilibrato e persistente. Il retrogusto amarognolo è l’affermazione del tocai, uno dei tre vitigni che compongono il vino.
Jelka 2008 14°– Colore giallo paglierino, limpido, consistente con immediati sentori di vainiglia, tabacco verde, liquirizia, è fine. In bocca è secco, caldo, morbido, anche qui un retrogusto amarognolo, è comunque equilibrato,intenso e persistente.
Jelka 2007 14°– Il colore giallo carico con riflessi ambrati ci ha fatto subito pensare ad un vino più complesso. Al naso molto intenso, fine, etereo, minerale. Delicato profumo di petali di rosa. Rimane più statico rispetto ai precedenti (ha più anni…).In bocca è secco, caldo, persistente. Un vino impegnativo.
Jelka 2004 13,5/14° Il colore giallo paglierino , leggermente velato poteva far pensare ad un vino piuttosto giovane, al naso note fruttate, in bocca un leggero tannino astringente. Qui si è acceso il dibattito sull’ età del vino, nessuno però si è spinto indietro fino al 2004.
Intanto Alessia e Roberto se la ridevano…
Jelka 2002 14° Annata fredda. Il vino è di colore giallo carico, con riflessi dorati, limpido, consistente, intenso complesso, floreale minerale, etereo; spicca la spina di rosa, poi il caffè e la tostatura che evidentemente sono il respiro della botte. Un vino secco, caldo, morbido, persistente, equilibrato.
Jelka 2003-14° Anche questo calice ha suscitato un animato dibattito. Colore giallo oro carico, limpido, vino consistente, l’immediatezza dell’alcol al naso è inebriante, intenso, molto complesso, etereo con sentori discordanti tra loro, stando a una scheda di degustazione scolastica. Ma il vino non si pone schemi preconfenzionati. Si avverte un po’ di legno secco, note balsamiche, pino, camomilla e più tardi cardamomo, curcuma! Un vino multiforme.
Jelka 2001-14°Purtroppo riscontriamo qualche problema ma solo perché il tappo della magnum era imbibito di vino e non c’erano altre bottiglie. Anch’esso potrebbe avere avuto un’ottima evoluzione.
Jelka 2006-14° Colore giallo carico tendente all’ambra, vino limpido, consistente ampio, al naso un leggero sentore di volatile che si perde dopo qualche secondo, è paragonabile ad un “armagnac”, si aggiungono lo smalto il bergamotto, la mineralità, sembra quasi torbato. In bocca è caldo, fresco, poco sapido, intenso, equilibrato e molto persistente. Le papille restano perfettamente pulite e asciutte.
Jelka 2005-14°Annata calda. Il vino è giallo dorato carico, quasi color ambra, limpido, ci chiediamo quanta macerazione abbia fatto. Più tardi Roberto, svelandoci l’annata ci confermerà che il 2005 è l’anno della macerazione estrema, poi ridimensionata. Il vino è consistente, complesso nell’insieme ma poco generoso nei profumi. Prevale la tostatura. In bocca è secco, caldo, abbastanza equilibrato.
Jelka 2000 -14° Colore giallo dorato carico, limpido, consistente, al naso balsamico con forte predominanza dell’alcol, in bocca caldo, morbido, con retrogusto amarognolo, poco persistente.
Jelka 1998 14°Considerati gli anni è ancora un vino che resiste all’ossidazione anche se i profumi sono poco intensi ed in bocca è poco persistente seppur robusto.
Jelka 1996 14° Giallo carico, leggera ossidazione, leggermente marsalato.
Jelka 1995 14° Color giallo carico, leggera ossidazione, al naso un sentore di pittura fresca (pittura di pareti), presenza di tannini e acidità, abbastanza equilibrato ma più fresco dello Jelka 1998.
Faticosa ma intrigante questa serata che oggettivamente non può che rimanere unica. Spesso i toni enfatici con i quali si parla di vino suscitano ilarità e anche sarcasmo, per quanto riguarda la Poliphenolica, gentili lettori, vi garantisco che tutte le considerazioni che leggete e leggerete nelle nostre cronache scaturiscono da una obiettiva, seppur nei limiti delle esperienze personali, serena valutazione lontana da sentimenti di piaggeria o da tentativi di “captatio benevolentiae” verso alcuno.
La degustazione di ben 13 annate di Jelka, dell’Azienda Picech ci ha, ancora una volta aiutato a leggere e cogliere il filo invisibile che lega il vino al terroir, ai fenomeni della cangiante Natura ed alla personalità del vignaiolo. Protagonista assoluta è la terra, con il suo humus e il suo DNA che si riesce a leggere ed interpretare in un prodotto vivo ed in continua trasformazione qual è il vino. Pochi centilitri raccontano un’era. Nei vini di Roberto Picech c’è il Collio, c’è la forte personalità del produttore, in tutte le sfaccettature, c’è la vita che scorre. Roberto, figlio del Ribel e un po’ Ribel anche lui è stato in parte “domato” dalla serenità che traspare dalla sua famiglia…
Non posso concludere senza raccontare qualcosa degli ultimi due vini degustati.
Collio Rosso 2011 –prova di botte-80% di Merlot, vinoso, fruttato con un prevalente profumo di mirtilli, leggera nota vegetale, tannini non aggressivi, giovane…
Ruben 2007 – da una Magnum un vino che riposerà fino al 2020, anno in cui sarà messo in commercio per commemorare i 100 anni della famiglia Picech in località Pradis. Il Ruben è buono già adesso. Non so nel 2020 dove sarò, però ero a casa Picech con tutti gli amici de la Poiphenolica insieme ai quali ho avuto l’onore di condividere anche una grande anteprima e questo è già tanto.
La serata ha avuto un seguito con una piccola cena alla quale hanno tutti contribuito con varie portate. C’era però un discorso in sospeso con Roberto Picech in veste di consigliere del Consorzio Collio-Carso. Abbiamo affrontato su queste pagine l’argomento relativo alla costituenda DOC Friuli Venezia Giulia alla quale il Consorzio di tutela vini Doc Collio-Carso non ha partecipato. Roberto Picech è stato il portavoce del Consorzio Collio-Carso, quindi gli chiediamo di rispondere alla domanda:-Perché il Consorzio non ha partecipato al progetto DOC Friuli Venezia Giulia? – Roberto Picech:- Il territorio deve essere ben rappresentato e noi siamo del parere che il disciplinare della DOC Friuli Venezia Giulia sia stato studiato solo per ricevere fondi e consensi da parte della popolazione regionale. Dopo aver salvaguardato i vini di nicchia bisognava tutelare i vini autoctoni e promuovere un solo vino bandiera, il Friulano (Tocai).Non si può avere un calderone in cui inserire tutti i vini e pensare di lanciare la Ribolla spumantizzata per contrastare vini spumante che hanno già una lunga storia alle spalle. I produttori aderenti al Consorzio di tutela vini Doc Collio- Carso hanno fatto una scelta coraggiosa e coerente-.
Questo è il paragrafo di una vicenda che noi potremo solo seguire dall’esterno.
Il nostro grande grazie ad Alessia e Roberto Picech.
Le schede elaborate insieme a Giuseppe, Livio, Michela, Renata,Sandra.
Giuditta Lagonigro
The Poliphenolicas visit the Picechs for a memorable tasting!
We do not exaggerate if we say that the evening of February 10th 2012 , spent with Alessia and Roberto Picech at Pradis- a bunch of houses near Cormons (Go) will remain in the annals of history. They made us welcome to their home, receiving us in a wide room warmed up by a crackling fireplace; the table perfectly set with a parade of shining glasses predicted an outstanding experience of the senses along our oenological path.
Before talking of wines, let’s meet the Picechs. Roberto tells us that the name is of Bohemian origin. “The archives of the Parish record that my ancestors were living in Cormons, Gorizia, since 1570. In 1920 my grandfather Giuseppe moved to Pradis, a small village in the very heart of Collio, while in the 1960s my father Egidio together with my mother Jelka became the owners of the land they were already working on”. In 1989 Roberto becomes the leader of the wine house and since then many sacrifices, an obstinate persistency and a deep passion brought him to achieve most of his targets. Roberto remains strongly willful, just like his father also called “il Ribel”, that means “The Rebel One”, still in the memories of the locals for his absolute sense of right and wrong, and intellectual honesty. In the past times he found himself in the middle of an event being suspected of a political crime, however the facts resulted unfounded, and he became the main character of an uncommon strip story, and gained the respect and appreciation of his fellow villagers. Roberto has maintained the name of Il Ribel, on the labels of his wines, together with the picture of a hedgehog as a metaphor of his father’s personality: spiky outside, loving and tender the heart.It’s some years that Roberto is married to Alessia. She inspires and advises him (behind each important man…) and is mother of their two wonderful kids, Athena and Ruben. Do not forget these names…
Despite the cold weather, we decide for a drop to the renewed, semi-circular shaped cellar. Of course Roberto talks about his wines with the same fondness he reserves to his children, in fact he dedicates to them similar care and attention, just adding a sound artistic flair in the assembling phase.
The most important work is carried on in the vineyards, where the utmost respect is given to nature, some manure is given only when it is deemed absolutely necessary. The wines that Roberto produces show a marked personality, and this fact is not to be taken as granted. He likes to apply the maceration process however is always careful to try and reach a balance point: that imperceptible border line between a fair macerated wine…and else.
Picech’s wines are:
Friulano 13.5° DOC Collio – Yielded from Tocai grapes, this wine is specially appreciated by Egidio, Roberto’s father . Some 80% of the grapes is stemmed and macerated for some hours, then refined on the yeasts for six months in the steel vat.
Malvasia 14,5° DOC Collio – Yielded from Malvasia Istriana grapes. This variety finds here, in the Collio Goriziano, the way to express all its might. After the stemming process, the grapes are macerated for 12 hours, controlled fermentation, then refined for six months on their own yeasts in steel vat. Malvasia can be considered as the banner of the wine house.
Pinot bianco 13,5° DOC Collio – Roberto Picech’s Pinot Bianco 2005 won the “Oscar del Vino” contest in 2007. Few hours of maceration under controlled fermentation, refined on the yeasts for six months in steel vats.
Bianco Jelka 13,5° DOC Collio – The name is after Roberto’s mother, Jelka. Ribolla Gialla, Friulano, Malvasia; a part of the grapes is macerated for twelve days with no temperature controls, and on own yeasts, then refined in large casks and tonneaux for eighteen months.
Bianco Athena 14° DOC Collio – The birth of little girl Athena overlapped the times of another experiment, by the way successful, carried out by Roberto. The wine Athena is a mono-varietal Tocai-Friulano. Macerated with no temperature control for twelve days in a 25 hectoliters barrel. The product is pressed and then refined for over one year in tonneaux. No filtering, only magnums.
Collio Rosso 13,5° DOC Collio – Excellent red wine, rather easy-going, a blend of Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon and Merlot grapes. Macerated for 25 days in steel vat until bottled.
Riserva Ruben 14,5° DOC Collio – Ruben like the name of little boy Pichech and also like the red ruby color of this wine. Merlot and Cabernet Sauvignon exclusively
Translation by Mabira Piccaro