Di Maddalena Nuzzi
Sabato di grande cultura quello dell’11 maggio presso la “EX DISTILLERIADI PAOLO CASSANO” a Gioia del Colle (BA).
L’Associazione Italiana Sommelier – delegazione Murgia, in collaborazione con il Centro di Ricerca Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo, la Fondazione ITS e con i Patrocini di Regione Puglia Assessorato Politiche Agricole, Provincia di Bari Assessorato all’Agricoltura e Comune di Gioia del Colle, hanno dato vita ad un illuminante convegno dal titolo : ”Antichi Vitigni per nuovi vini: gli autoctoni pugliesi”.
Innumerevoli gli interventi susseguitisi , rivolti a comunicare storia, territorio, tradizione, innovazione ed esperienza sensoriale per un convegno rivolto a produttori, sommelier, tecnici, enofili e normali consumatori.
Dal primo blocco di interventi, magistralmente condotto dal dirigente dell’Ufficio Agricoltura della Provincia di Bari – Francesco Degiorgio, è emersa la necessità di coccolare i vitigni autoctoni , identitari della pugliesità, forza trainante anche del turismo, e salvaguardia della nostra preziosa biodiversità.
Tutto questo avvalorato, dalle parole del sindaco di Gioia del Colle: Sergio Povia; il delegato Ais Murgia: Vincenzo Carrasso e Vito Nicola Savino: presidente della Fondazione Agroalimentare Puglia, il quale ha fatto riferimento all’IFTS , come un nuovo canale formativo di istruzione tecnica superiore, il quale attraverso corsi tematici svolti in diverse località pugliesi, ha il fine di consentire ai giovani diplomati di acquisire particolari qualificazioni nei settori produttivi dell’agroalimentare, ricollocando la produzione dei vitigni autoctoni, tutto questo in collaborazione con il Centro di Ricerca Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo.
Interessantissimo l’intervento del presidente del CRSFA , Antonio Palmisano, il quale ha spiegato come lo stesso centro si occupi oltre che delle analisi ufficiali chimico-fisiche su mosti e vini, anche della conservazione del germoplasma viticolo autoctono di quella che è la più maestosa collezione di vitigni del Centro-Sud Italia, con più di 2500 selezioni ed oltre 530 vitigni. Altre importantissime missions del Centro sono: la selezione clonale e sanitaria, con il fine di ottenere esemplari certificati di interesse regionale, e il recupero, caratterizzazione e registrazione sul Catalogo Nazionale di vitigni autoctoni minori. Nell’ occasione dell’esplicazione dei compiti del Centro, gli intervenuti hanno sentito parlare di : Baresana Rossa, Minutolo, Marchione, Somarello rosso, Maresco (o Maruggio).
Si è fatto riferimento anche alle “microvinificazioni”, piccole sperimentazioni volte a verificare le rispondenza tra le caratteristiche agronomiche e qualità enologica.
E’ di facile comprensione, rendersi conto di quanto tutta questa ricerca faccia bene all’economia vitivinicola della Puglia, all’export prevalentemente.
Ma non finisce qui! Nella seconda parte del convegno, dedicata alle “Ragioni dell’evoluzione della base ampelografia pugliese”, introdotta da Domenico Campanile, dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Puglia, si è fatto riferimento alle politiche per lo sviluppo rurale e alla incisiva e fondamentale attenzione della Regione al settore dei vitigni autoctoni, ricordando la recente attivazione di 4 nuovi di essi e la realizzazione del 2° CONCORSO ENOLOGICO NAZIONALE ROSATI D’ITALIA, alle cui selezioni finali sono giunti numerosi vini pugliesi con un punteggio di 80 centesimi(ottimo traguardo). Inoltre, grazie all’impegno della Regione con il finanziamento 2012, è stato possibile ristrutturare 2000 ettari di vigneti quindi: la riconversione all’autoctono sta avvenendo.
A rafforzare tutto questo hanno contribuito gli interventi del dott. Pierferdinando La Notte e della dott.ssa Pamela Giannini, i quali hanno parlato delle caratteristiche dei vitigni e di sperimentazioni di nuovi vini.
A conclusione del dibattito e prima di immergersi nell’esperienza sensoriale con la degustazione dei vini, la scena è stata calcata dal sommelier Ais Murgia , Gianni De Gerolamo , il quale ha illustrato un interessantissimo lavoro dal titolo: “Il vitigno autoctono da testimone della storia a protagonista del futuro enogastronomico e turistico pugliese”.
Il suo excursus ha innanzitutto collocato il vino nella dimensione Spazio-Temporale; ha parlato di una storia millenaria che tocca Fenici, Greci, Romani e Medioevo, ma in uno spazio ben definito: la Puglia. Ha parlato della storia del vino pugliese, passando da anonimo vino da taglio ad eccellenza in bottiglia.
Ha insistito sulla necessità di accelerare il processo di riqualificazione e valorizzazione della viticoltura, laddove, in un mercato appiattito e omologato, l’autoctono avrebbe vita facile. E’ di fondamentale importanza che, oltre a parlare di Negramaro, Primitivo, Nero di Troia ecc., si parli anche di: Tuccanese, Ottavianiello, Susumaniello, Minutolo, Maresco, Marchione, Moscatello, Grisola, Impigno, Francavidda ecc., rifacendosi all’assioma: “vendere vino attraverso il territorio e il territorio attraverso il vino”.
Oramai, arrivati a questo punto, gli astanti scalpitavano , vogliosi di solleticare piacevolmente le loro papille; è così provvidenzialmente intervenuto il dott.-sommelier Giuseppe Baldassarre- Responsabile nazionale AIS area Vino e Salute –il quale, con ritmo sobrio , leggiadro ma incalzante ha anticipato quanto preziosamente consegnato dalle aziende nelle mani dei sommelier AIS della delegazione Murgia , che aspettavo con orgoglio, dietro i banchi di assaggio, quanti si apprestavano a lasciarsi intrigare e suggestionare calice alla mano.
Cantine intervenute
CANTINA ANGIULI – BOTRUGNO- TORREGUACETO(ACCADEMIA DEI RACEMI)-APOLLONIO VINI- MASSERIA LI VELI-I PASTINI- CANTINE CHIAROMONTE-FEUDI SAN MARZANO-CANTINE MENHIR-PODERE 29-COLLI DELLA MURGIA-AZIENDA VITIVINICOLA SPEZIALE-CANTINE MIALI-AZIENDA AGRICOLA GRECO-TENUTA GIROLAMO-CANTINA VITIVINICOLA “IL TUCCANESE”-TENUTE RUBINO-PIRRO VARONE-MICHELE BIANCARDI- PEPPE ZULLO