La Vitovska è un vitigno a bacca bianca dalla stretta appartenenza territoriale. La sua unica sede naturale è, infatti, il Carso, altopiano che si estende a est e a sud-est di Trieste fino ad arrivare alla Valle del Vipacco, nella confinante Slovenia.Il Carso-Kras (roccia) seppur aspro e ruvido per la sua morfologia, è generoso per alcune specie arboree , per la flora, la fauna e nonostante tutto anche per vigneti! E’ certo duro il lavoro dei vignaioli che, attraverso sentieri impervi raggiungono i terrazzamenti, chiamati pastini, dove sono impiantate le viti, quando d’inverno devono spesso affrontare le frustate della Bora e d’estate un’estenuante calura siccitosa. Vero è che negli ultimi anni anche il clima riserva sorprese e tutto e il contrario di tutto può accadere…L’uva Vitovska, il nome sembra che derivi dal paese Vitolje, con un dna antichissimo, è abituata alle escursioni termiche, ringrazia il vento perché le evita trattamenti frequenti, resiste alle intemperie, gode della brezza marina nella bella stagione e, al tempo della vendemmia, regala grappoli compatti, con chicchi fragranti , dal colore verdolino. Il vino, con una notevole acidità di base, ha caratteristiche diverse che variano secondo il tipo di vinificazione;può essere color giallo dorato o color ambra, con tanti profumi, può essere giovane, fresco, avere più struttura e un po’ di tannino… Non è un vino dal facile approccio ma negli ultimi anni, grazie all’appassionato impegno dei viticoltori carsolini sta conseguendo un notevole successo in Italia e in molte parti del mondo. La Vitovska o il Vitovska, come alcuni pronunciano, è l’ospite d’onore di un evento che ormai si celebra da nove anni. Mare e Vitovska in Morje, edizione 2015 si è svolta il cinque e sei giugno a Duino, all’interno del meraviglioso, antico castello dei Principi della Torre e Tasso.
Laboratori del gusto, degustazioni guidate da esperti gastronomi e sommelier, angoli con prodotti tipici agroalimentari locali, hanno fatto da cornice all’evento principale: ventidue produttori del Carso e del Kras, e altri provenienti da fuori regione, hanno presentato la loro Vitovska in abbinamento ad altrettanti assaggi, per lo più di pesce, preparati da ristoratori della provincia di Trieste. In un intreccio di profumi e sapori si è consumato il gioco degli abbinamenti.
Nel vino s’identifica la terra e il lavoro del vignaiolo, il cibo, con materie di prima qualità diventa l’espressione di un’arte che è cultura. Il giusto connubio si trasforma in puro piacere.
Anche le vignette a tema enoico, tratteggiate del Maestro Valerio Marini, hanno impreziosito la manifestazione.
Molto interessante, per altri versi è stato il convegno di apertura dell’evento con un tema attuale: Storie di giovani viticoltori sul Carso e in Italia-Scenari possibili di viticoltura per le nuove generazioni-.Matey Skerly, neo presidente dell’ Associazione Kras rappresenta la generazione di quanti hanno “ereditato la viticoltura e l’hanno fatta propria. Sessantacinque sono le aziende agricole della zona, venticinque i produttori di vino. Le istituzioni, soprattutto i comuni, devono sostenere le aziende agricole e consentire ai giovani di restare sul Carso”. Tra le autorità intervenute l’eurodeputato Herbert Dorfmann ha illustrato il Programma di Sviluppo Rurale che per i giovani è un ottimo strumento per investire in zone difficili. Tanti gli aspetti tecnici affrontati, come per esempio le “autorizzazioni” per i nuovi sistemi d’impianto, le indicazioni da riportare in etichetta e via dicendo. E’ fondamentale presentare progetti validi. Acute le considerazioni di giovani viticoltori chiamati in causa che hanno espresso perplessità di vario genere, ciascuno per la propria esperienza. Gabrijel Cernigoi, dalla ripida periferia di Trieste, ha denunciato lo stato di degrado di superfici che attendono di essere risistemate e destinate a zone vinicole. Di contro, Carlotta Rinaldi, ospite proveniente da Barolo, sesta generazione di vignaioli, ha affermato l’importanza per i giovani, di affrontare nuove sfide senza adagiarsi sulla tradizione o sui successi della famiglia. E’ inoltre necessario rispettare la vocazione del territorio, non invaderlo con vigne, com’è successo in alcune parti del Piemonte. Bisogna sfruttare nuovi saperi ma non ignorare l’esperienza di padri. Tutto deve compiersi mettendo in primo piano la natura e la tutela del territorio. Il vulcanico Patrick Uccelli da Salorno (Bz), si unisce al coro sostenendo la sua voglia di impiantare nuovi vigneti facendo attenzione a non sopraffare il territorio. Non si può transigere dalla scelta di naturalità della produzione agricola.
Una nota di costume: alla fine del convegno è stato proclamato il Cavaliere della Vitovska che, per la prima volta, nel 2015 è una donna; si tratta di Ami Scabar a cui è andato il prestigioso riconoscimento per la sua attività di divulgatrice, nel mondo della cucina del territorio in abbinamento con la Vitovska in tutte le sue espressioni.
Giuditta Lagonigro
20 giugno 2015