La terza edizione di Orange Wine, Festival Internazionale dei vini bianchi a lunga macerazione, svoltasi il 25 aprile nella sale di Palazzo Manzioli, a Isola (Slovenia), ha riscosso com’era prevedibile, un grande successo di pubblico. Cinquantanove i produttori di vini macerati provenienti dalla Slovenia, Croazia, Italia, Austria, Georgia che hanno presentato oltre cento trentaquattro vini.
Orange ( color arancione) è l’aggettivo qualificativo scelto dai produttori di vini macerati –sottoposti cioè al contatto più o meno lungo delle bucce con il mosto in fermentazione- in virtù del colore arancione che spesso assumono quei vini. In realtà ve ne sono altri, pur macerati, di colore giallo paglierino o rosè. In comune hanno una certa torbidezza che non è una connotazione negativa ma la conseguenza della non filtrazione.
Noi de la Poliphenolica abbiamo una grande passione per i vini macerati, ci piace seguire i produttori più “vecchi” così come siamo incuriositi da nuovi nomi.
Nel nostro percorso lungo le sale di Palazzo Manzioli quasi con un rito propiziatorio che si ripete in ogni degustazione di vini macerati, abbiamo colorato di rosa i nostri calici cominciando da Aurelio del Bono di Casa Caterina. I Franciacorta di Casa Caterina, con i mesi trascorsi sui lieviti e i lunghi anni di affinamento, conservano profumi, freschezza e qualità gustative davvero gradevoli.
Franco Terpin – San Floriano ,Collio Goriziano– fiero dei suoi vini ma anche provocatore. Infatti oltre al Pinot Grigio 2009, alla Ribolla gialla 2007, allo Stamas rosso 2007 e al Sauvignon 2006, piaciuti anche a un nostro amico neofita, ha presentato un’insolita magnum di vino chiamato “Il legal”… Noi conosciamo l’origine del particolare nome ma se volete saperne di più vi suggeriamo di andare a trovare il produttore in cantina…
Altro vignaiolo da seguire con attenzione è Denis Montanar –Borc Dodon, Aquileia (Ud)-. Interessante il confronto tra un giovane Uis blancis 2009 (Friulano e Verduzzo) e il “vecchio” Uis blancis 2006 nel pieno delle sue espressioni gusto olfattive.
Buono l’incontro con alcuni vini georgiani vinificati, naturalmente, in anfora. Alcuni con sentori agrumati , leggera tannicità e buon corpo sono emersi rispetto ad altri con un’accentuata volatile.
I vini Cotar (Slovenia), mantengono sempre la loro personalità con un ben distinguibile marchio di fabbrica.
Kabaj ci sorprende con alcuni vini eleganti, da segnalare l’Amfora 2007, Ribolla da vigne vecchie ottant’ anni.
Un passaggio da Bressan – Friuli Isonzo- per un sorso di Verduzzo friulano 2010 e di Pinot grigio 2010, vini molto concentrati, come ci dice il poliphenolico Marco Furlan.
La degustazione procede celermente ma sempre con grande attenzione.
Raggiungiamo il nostro amico Stefano Novello –Ronco Severo,Prepotto (Ud)-, che ci coinvolge sempre con il suo entusiasmo e la grande passione del vignaiolo innamorato del suo lavoro. Sempre pregevoli il Friulano Riserva Doc 2011, il Pinot grigio IGT 2011, la Ribolla gialla Igt 2011 e il Severo bianco Igt 2008. C’è una new entry: la nuova etichetta che riporta l’immagine di un bimbo in equilibrio sulla spalliera di una sedia. E’ una metafora figurata che racconta l’articolato percorso del viticoltore.
Proseguiamo con i vini de La Castellada (Collio), sempre buona la Ribolla gialla 2008, appena disarmonici il Sauvignon 2008 e lo Chardonnay 2007.
Andiamo in Croazia e assaggiamo alcuni vini dell’azienda Roxanich, Antica 2009,uvaggio, Milva 2009, chardonnay 100%. Hanno una buona freschezza questi vini, seppur con una leggera volatile che non li penalizza molto. Il produttore, di scuola steineriana (Rudof Steiner è il fondatore dell’antroposofia- terra resa fertile da concimi naturali, piante coltivate seguendo l’interazione fra suolo, acqua, irradiazione solare, per arrivare poi alla produzione di alimenti di altissima qualità) racconta che i vini vengono affinati in botte per quattro anni prima dell’imbottigliamento e che le uve vengono raccolte più tardi rispetto alla vendemmia di altre aziende.
Una novità, per noi, i vini Tomac – Plesivica, Croazia-. Incuriosenti i vini, prodotti da vitigni autoctoni: stajersska belina,grasevina, sylvaner zelen, kraljevina, grasevina e vinificati in anfora.
Torniamo in Italia, da Paraschos (Collio), assaggiamo solo il Kai 2009 da uve friulano, vigne vecchie 75 anni, e il Kaj 2004, in degustazione a dimostrazione della tenuta, negli anni, di un vino bianco macerato. Obiettivo raggiunto.
Attirati da una regione che si trova oltre gli immediati confini ci fermiamo al banco di Podere Pradarolo-Colli di Parma, Emilia Romagna. Primo assaggio il Vej bianco antico- Metodo Classico 2011. Siamo a dir poco stupiti dall’intensa aromaticità dello spumante, primo metodo classico su vino macerato 60 giorni, non dosato (senza aggiunta di sciroppo di dosaggio…). Il vitigno? Malvasia di Candia Aromatica!
Il vignaiolo, Alberto Carretti, ci racconta che il vino è stato prodotto dopo un lungo periodo di “studio” in cantina per riuscire a ottenere uno spumante equilibrato. Da gustare a tutto pasto, ottimo con salumi specie con il pregiato culatello. Particolare al naso ma soprattutto in bocca il Vej bianco antico 270 2007 ( in degustazione anche il 2006 e il 2005) è prodotto come gli altri vini, da uve biologiche; ha un periodo di macerazione lungo 90 giorni, lieviti autoctoni, nessuna aggiunta di solfiti. Al naso si sente tutta l’aromaticità della Malvasia, che si ritrova in bocca, con tannini abbastanza presenti. Pensiamo alla difficoltà dell’abbinamento e invece il Carretti ci sciorina una serie di piatti della tradizione regionale: lasagne e comunque piatti con intingoli, carni, cotechino compreso! Una particolare menzione per il Canto di Ciò, vino passito ottenuto da Termarine (antico vitigno autoctono). Un’esplosione di morbidezza senza stucchevolezza, spezie, cacao, confetture di frutti rossi sono le sensazioni che si rincorrono in un passito vinificato in assoluta assenza di solforosa…
Terminiamo il nostro tour, seppur incompleto (non si può assaggiare tutto per non compromettere l’intera degustazione…) con una visita ai vignaioli del Carso triestino. Sempre eccezionali la Vitovska 2011 Malvasia 2011 di Beniamino Zidarich; la conferma del buon lavoro di Sandy Skerk l’Ograde 2011 e la Malvasia 2008.
Un ultimo passaggio sul Collio, da Damijan Podversic, la Ribolla Gialla 2009 e il Bianco Kaplja 2009 sono la testimonianza che i vini macerati raggiungono l’eccellenza.
Ma di non solo spirito si vive. A deliziare i palati dei numerosi presenti vi sono prelibatezze che appagano anche la vista, preparate con cura e meticolosità. Formaggi, olive e olio extra vergine, pesce, pasta fresca, verdure e dolci!
Come sempre accade, alle degustazioni di vini macerati seguono animati dibattiti. Vi sono gli appassionati così come i contrari.
Personalmente penso che tutti coloro che si interessano seriamente di vino dovrebbero almeno assaggiarli e parlare con i vignaioli, anche facendo loro presenti eventuali perplessità. Non è corretta una stroncatura a prescindere.
Alla fine si potrà decidere se un vino piace o meno, per fortuna abbiamo una vastissima scelta.Così come credo, per la mia piccola esperienza, che non si debba degustare un vino macerato e pensare all’abbinamento. Quello sarà un passaggio successivo, il risultato che si otterrà con la ricerca del piatto più adatto sarà frutto di un divertente viaggio tra profumi, gusti e sapori.
Certo è che l’interesse crescendo verso i vini macerati è dimostrato dalla ganze partecipazione di pubblico. Ci auguriamo, a tal proposito, che per le edizioni successive di Orange Wine si trovi una più ampia sistemazione. Lo storico Palazzo Manzioli purtroppo non riesce a contenere tutti. Diamo fiducia al Sindaco di Isola, Kolenc, il quale, nel discorso di inaugurazione della manifestazione, ha assicurato il suo impegno per ospitare un numero maggiore di produttori di vino. La deliziosa cittadina merita comunque una visita…
Giuditta Lagonigro