Izola, la più piccola città della costa slovena, a ogni visita si rivela ospitale e cordiale con la sua aria spumeggiante come le onde del mare che dopo la pioggia si acquietano e salutano il sole luminoso e caldo.
Anche per l’Orange Wine Festival, edizione 2017, svoltosi lo scorso 28 aprile, le nuvole dopo i frequenti acquazzoni hanno lasciato spazio ai graditi raggi solari.
Già prima dell’apertura ufficiale era quasi palpabile il fermento degli eno-gastro appassionati, pronti a invadere pacificamente Palazzo Manzioli e poi la vicina Chiesa, quest’anno destinata a sala degustazione…Sessanta i vignaioli provenienti da Slovenia, Italia, Croazia, Austria e Georgia. Collio goriziano, Collio sloveno-Brda, Carso- Kras, Colli Orientali del Friuli, Friuli Aquileia, Valle del Vipacco, Istria slovena, Istria croata, sono i territori di provenienza delle centinaia di bottiglie presentate e svuotate.
La frequentazione annuale e l’immancabile quaderno degli appunti sono un aiuto importante per seguire l’evoluzione dei vini, per confrontare le varie annate e cercare di coglierne le differenze, non cosa facile nell’euforico e spesso goliardico spostamento dell’onda delle umane genti… Anche il divertimento fa parte della giornata orange.
Il primo incontro è con Uros Rojac e con L’Amfora 2015, la Malvazija macerata 2103, l’Aurelia 2005, vini frutto di un lungo percorso di ricerca che sta dando ottimi risultati.
Un passaggio da Reia per assaggiare l’elegante Malvazija 2013, Keltis di cui citiamo la Cuvée Extreme 2012, ancora molto giovane. La postazione di Movia è super affollata, Lunar, Puro rosè e Ambra sono vini che destano molto interesse. Anche Aci Urbajs provoca grande curiosità. Si riconosce nella sua quasi divisa con il copricapo di paglia, a sugello di una vita trascorsa in vigna. Il Pinot grigio 2015, le Cuvée 2013 e 2009, vini biodinamici, certificati Demeter, lasciano sicuramente perplessi quanti l’assaggiano per la prima volta. Acidità che porta a spasso, per anni, un intenso bouquet che richiama frutta, fiori di campo, erbe e tutto quanto può arrivare da una terra solcata da impronte umane e da orme di cavalli. Nessuna presenza meccanica…
Buoni i vini dell’azienda Trapan, dall’Istria Croata con l’Istraditional e l’Uroboros 2015 e 2014 (Malvasia Istriana). Nuova conoscenza l’azienda Zahar – Carso triestino- e la sua Malvasia 2015, fresca e piacevole.
Un giro di saluti agli amici de Il Carpino, La Castellada, Montanar Paraschos, Dario Princic, JNK, Klabjan, Ronco Severo, Radikon, tutti orangisti veterani…
Diversa da tutte è la Malvasia di Podere Pradarolo, dai Colli di Parma. Il Vej Bianco antico 2015 e il Vej bianco antico metodo classico, infatti sono prodotti da Malvasia di Candia Aromatica 100%.
Tutti i produttori seppur presi d’assalto dai numerosi visitatori, hanno cercato di descrivere le personali storie di vita e di viti, parlando dei vini come fossero i propri figli.
Anche lo spazio riservato alla gastronomia ha offerto prodotti di alta qualità, alcuni con insoliti abbinamenti.
Gustoso il “lecca lecca “ di frico croccante con due lacrime di aceto balsamico di Spacapanova Hisã,le fresche erbe spontanee dell’azienda Butul, l’orzotto con il branzino preparato da Rizibizi (Portorose), la succulenta tartina della Gostilna Korte, i Tartufi d’Istria (Gradin), olii evo del territorio e tante altre leccornie tra cui ricordiamo quale gustosa sorpresa anche il gelato “condito” con gli ottimi olii extravergine d’oliva Mate.
Un’ altra giornata orange dunque ha lasciato il segno non solo tra gli affezionati ma soprattutto per chi anche per curiosità si sta avvicinando ai vini da uve bianche ma che bianchi non sono, vini definiti torbidi ma solo perché non filtrati, vini naturali, vini che possono piacere o meno, ma questo rientra nella facoltà individuale di libera di scelta…
Giuditta Lagonigro
www.orangewinefestival.si