Lo Schioppettino di Prepotto ( Udine) è salito agli onori della cronaca grazie a un evento organizzato, proprio in quel di Prepotto, in collaborazione con l’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto e la sapiente regia di Paolo Ianna e Federica Felice
L’evento -Schioppettino di Prepotto, unico per natura-( 19/20 ottobre), sin dalle battute iniziali ha mostrato la volontà di vignaioli e istituzioni di procedere celermente verso la realizzazione di progetti tesi a promuovere lo Schioppettino, vino che identifica un territorio, insieme a tutti gli altri prodotti locali. Due giornate di informazione e formazione rientranti nel programma per la cooperazione transfrontaliera, Italia-Slovenia 2007-2013. I fondi comunitari hanno consentito ai comuni di Prepotto e Kanal ob Soci (Slovenia), entrambi si affacciano sul torrente Judrio, di dare vita a un progetto di turismo rurale, con la conseguente promozione dei prodotti enogastronomici dell’area. Gli intervenuti, addetti ai lavori, rappresentanti di categoria,amministratori locali e regionali, hanno dato, ciascuno per le proprie competenze, un costruttivo contributo ai lavori.
Di grande respiro sarà la campagna di promozione del territorio, riconoscibile anche attraverso un logo che darà identità alle valli, ai fiumi, Isonzo e Judrio, e alle montagne di quella terra senza confini. Sarà individuata una struttura per le varie attività,saranno organizzati itinerari del gusto, raccolte di ricette transfrontaliere, in italiano e sloveno, sarà predisposto un info point, sia a Kanal ob Soci che a Prepotto, saranno girati e distribuiti filmati e spot promozionali.Insomma, ambiziosi progetti che, auspicabilmente, partiranno nel 2014.
Il neo Presidente dell’Associazione Produttori di Schioppettino di Prepotto, Michele Pavan, ha illustrato le finalità della stessa associazione che, nata nel 2002, oggi conta 23 aziende associate. Naturalmente, alla base delle attività c’è la promozione del vitigno, quindi del vino, corredata da studi e analisi approfondite, la elaborazione di un catalogo-vigneto e, di grande interesse, la selezione di un lievito autoctono che contribuirà a incrementare la qualità del prodotto finale. Importante risultato il riconoscimento della sottozona, meglio, come suggerisce il Dott. Claudio Fabbro, del cru “Schioppettino di Prepotto”, che comprende principalmente le zone collinari di Prepotto.
Parliamo dei Colli Orientali del Friuli, sottozona Schioppettino di Prepotto DOC (denominazione di origine controllata)-D.M. 14/10/2011-G.U. n.248 del 24/10/2011-.Il rigoroso disciplinare prevede una produzione massima di sette tonnellate per ettaro e comunque si dovrà determinare un quantitativo di vino per ettaro, atto per l’immissione al consumo, non superiore a quarantanove ettolitri.Nuovi impianti e reimpianti potranno produrre al massimo kg 1,55 di uva per ceppo.Vinificazione all’interno delle zone di produzione, titolo alcolometrico naturale minimo pari a 12°;obbligatorio, per l’affinamento dello Schioppettino, l’uso delle botti di legno per almeno 12 mesi. La raccolta sarà manuale.
Il vitigno dello Schioppettino, in realtà Ribolla nera, chiamato Pocalza nella zona al confine con la Slovenia, ha una storia molto travagliata. Ce la racconta il Dott. Claudio Fabbro, agronomo, giornalista, scrittore, storico dell’enologia, il quale illustra all’attenta platea le lunghe battaglie sostenute per salvare dall’oblio l’antico vitigno autoctono dello Schioppettino. Sicuramente presente da secoli, nel territorio di Prepotto, si parla specificatamente di uva delicata originaria di Prepotto negli Atti e memorie della società agricola di Goriziadel 1877. ” A metà degli anni settanta, ci racconta Fabbro, lo Schioppettino fu maltrattato dalla burocrazia locale, nazionale e comunitaria, fino a essere considerato fuorilegge. Solo grazie a vignaioli ribelli, supportati da eventi mediatici importanti e da stimate personalità del mondo dell’enologia, lo Schioppettino è stato riabilitato e riammesso in vigna”. Non sono mancati testi di grande spessore dedicati al vitigno, nostro protagonista. Ricordiamo Walter Filiputti, Attilio Scienza, Antonio Calò e Carlo Petrussi, il quale ha arricchito il dibattito con la sua testimonianza. Petrussi ricorda che il primo vigneto di Schioppettino risale al 1981. A questo ne seguirono altri. Dodici sono i biotipi individuati: sei a Prepotto, cinque a Cividale, uno a Ruals, figli di una vigna ormai estirpata.Oggi si contano cinque cloni di Schioppettino (il clone è materiale che viene fuori da un unico ceppo, virus esente). Il vigneto- catalogo di Prepotto, continua Petrussi, nasce per mettere insieme biotipi ma anche per mettere insieme il territorio.Il vitigno deve esprimere la collegialità del territorio…
Ha molto incuriosito l’intervento del Dott. Nicola Macrì dell’Enologica Friulana, che ha spiegato ai presenti il progetto di selezione dei lieviti autoctoni dello schioppettino.”Negli ultimi 30 anni hanno preso il sopravvento i lieviti selezionati ( servono a programmare e facilitare la fermentazione alcolica), se si vuole caratterizzare ancor più la produzione enologica friulana,continua Macrì, si deve valutare l’attitudine della vinificazione dei lieviti isolati dallo Schioppetino. L’idea è quella di valutare la possibilità di produrre, su scala industriale, i lieviti isolati a Prepotto”.Il progetto è stato avviato nel 2011 con prove di laboratorio che stanno dando buoni risultati.
Sin qui la teoria dalla quale si passa alla pratica…
Sedici i vini in degustazione. Lo schioppettino, da punto di vista organolettico viene descritto quale “vino rosso, di un bel rubino intenso, con profumi di frutti di bosco e marasca, con una importante nota di pepe. elegante complesso e versatile accompagna sicuramente pietanze di carne, se invecchiato anche piatti di selvaggina…” Verifichiamo.
Il nostro tutor è un personaggio di spicco:Walter Filupputi.
La degustazione si apre con lo Schioppettino dell’Azienda La Buse dal Lof, 2009 (considerata una buona annata). Il vino è color rubino,consistente, speziato, con tannini ben presenti che sicuramente col tempo daranno maggior struttura al vino.
A seguire Vigna Petrussa 2009, vino molto godibile, al naso ricorda la marmellata, in bocca il tannino rivela una potenziale longevità. Passiamo allo schioppettino de La Viarte 2009,anch’esso di un bel colore rubino, consistente, al naso rivela immediatamente note di caffè e cioccolata fondente. In bocca è fluido, i tannini seppur giovani, non sono aggressivi. Procediamo con Ronc Soreli 2009, di color rubino più scarico rispetto agli altri, in bocca ha note vegetali, ancora un po’ chiuso. Ancora schioppettino Casa di Legno 2009, di un bel rosso rubino intenso, sentori di piccoli frutti rossi, in bocca tannini ancora giovani ma promettenti. Si passa all’annata 2010, più piovosa, – “I vini delle annate difficili hanno bisogno di più tempo per evolversi”- precisa Filipputi. Degustiamo Colli di Poianis, che conferma il tipico color rubino dello schioppettino; al naso ha note di balsamico, vino di media struttura . Grillo Iole 2010 ha un bel color rubino intenso, tannini non aggressivi, buona persistenza. Lo schioppettino dell’Azienda Casella 2010 per colori e profumi ci conferma le note particolari del territorio, delicato il profumo di frutti rossi con tannini abbastanza morbidi. Anche lo schioppettino di Bruno Venica 2010 è elegante, morbido e accattivante. Vigna Lenuzza 2010 presenta uno schioppettino in cui prevale il sentore di ciliegia con tannini un po’ acerbi. L’Antico Broilo 2010 ha una spiccata acidità e una media struttura. Lo schioppettino Marinig Valerio 2010 ha una naso elegante, esprime la sua bella personalita ancha attraverso le note speziate di pepe, molto persistente. E’ ancora giovane e promette bene. Ronco dei Pini 2010 ha un buon sentore di frutta, spicca la prugna, in bocca è fresco, con tannini giovani. Buone potenzialità. Stanig -Al vecchio gelso- 2010 ha un color rubino intenso, profumi floreali, si scosta un po’ dagli altrischioppettino assaggiati. Il Bodigoi 2010 ha un bel sentore di ciliegia, è un vino che possiamo definire quieto… La degustazione si conclude con lo schioppettino Pizzulin 2010, versato da una magnum si è manifestato con un bel colore rubino intenso, elegante, equilibrato.
Tutti vini, dunque, veramente figli di un territorio unico, “voce unica della diversità”…
La manifestazione è proseguita il giorno successivo con l’apertura del mercato transfrontaliero dei produttori e artigiani,un tour tra le vigne guidato da Paolo Ianna, un laboratorio del gusto curato da Bepi Pucciarelli, un incontro dal titolo Wine contest – Schioppettino a modo mio- presentato da Fabiana Romanutti e Federica Felice, e un laboratorio curato da Liliana Savioli, coach de La Palestra del naso.
Tutti gli incontri hanno registrato un alto numero di partecipanti che hanno sinceramente apprezzato lo Schioppettino, unico per natura… Un dubbio ci è stato insinuato da Claudio Fabbro: oltre che Schioppettino potremmo chiamare il vitigno, quindi l’uva, Scoppiettino?
Giuditta Lagonigro
Ho sentito parlare raramente del vino schioppettino, solo da qualche intenditore. Vorrei sapere se è un vino “fermo” e/o frizzante; il periodo di imbottigliamento; se è acquistabile sfuso in damigiane; prezzi di riferimento sia sfuso che in bottiglia.
Ringrazio e saluto.
Gentile Signor Riccardo,abbiamo sempre assaggiato lo Schioppettino/ Ribolla Nera nella versione ferma. E’ un vitigno autoctono della zona COF-Colli Orientali del Friuli-.Per maggiori informazioni, soprattutto per l’acquisto, la rimandiamo al sito dell’Associazione Schioppettino http://www.schioppettinodiprepotto.it dove potrà consultare l’elenco delle aziende produttrici e contattarle personalmente. Cordiali saluti.