Secondo una notizia di fonte certa, i vignaioli del Carso triestino e goriziano del Friuli Veneza Giulia, sono stati intimati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, a non utilizzare più il nome Terrano sulle etichette poiché la Slovenia ha registrato il marchio presso la Comunità Europea. La questione si era già posta con la Croazia, alla quale nel 2013,per lo stesso motivo fu vietato di etichettare il vino come “Teran”…In verità la Slovenia ha provveduto a proteggere come prodotto tipico il Terrano, sin dal 2004, quindi non si può certo dire che la notizia arrivi come un fulmine a ciel sereno. Sempre secondo le ultime informazioni, i produttori carsolini hanno chiesto un po’ di tempo per mediare con i vicini oltre confine. Speriamo che la storia non abbia la stessa conclusione di quella che vide il Tocai contrapposto al Tokaji ungherese che vinse l’acerrima guerra del nome…
Ricordiamo che il Terrano è un vitigno dalle origini antiche, appartiene alla famiglia de Refosco. Il suo nome quasi certamente deriva dalla natura della terra si cui cresce. È una terra ferrosa, aspra per la morfologia del territorio, faticosa da lavorare ma benedetta dalla salinità del vicino mare e dalla Bora che spazza via ogni traccia di umidità. Si dice che il Terrano abbia proprietà terapeutiche, cero se bevuto nelle giuste dosi…È un vino rosso rubino, con riflessi violacei, soprattutto quando è molto giovane. Ha profumi di piccoli frutti rossi e in bocca una spiccata acidità che ben accompagna i piatti con carni di maiale e soprattutto l’ottimo prosciutto crudo del Carso.
Attendiamo di conoscere come si concluderà la vicenda.
Giuditta Lagonigro
10 ottobre 2015