Oggi diventa più concreta la nuova DOC Friuli.
Il Comitato promotore, formato dalle Doc Annia, Aquileia, Grave, Isonzo, Latisana, Colli Orientali del Friuli e Ramandolo e Docg Picolit, ha presentato ufficialmente il “progetto Doc Friuli” al Dott. Claudio Violino, Assessore alle risorse rurali,agroalimentari e forestali della Regione Friuli Venezia Giulia. Si potranno avviare quindi le procedure per l’ottenimento della certifcazione.
Non passa inosservata l’assenza delle Doc Collio e Carso…Cercheremo di saperne di più.
Giuditta Lagonigro
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The new DOC Friuli becomes a reality.
The Promoting Committee, composed by the DOC Annia, Aquileia, Grave, Isonzo, Latisana, Colli Orientali del Friuli and Ramandolo together with DOCG Picolit, have officially presented the Project DOF Friuli to Mr. Claudio Violino, Member of the Region Friuli-Venezia Giulia Administration for rural, food and country, and forests resources. Now the procedures to obtain the Certification can begin.
The absence of DOC Collio and Carso was noticed…. We’ll try and find out something about.
Translation by Mabira Piccaro
Complimenti per il sito….
Riguardo la DOC FRIULI, mi sembra logico che il Collio e il Carso non siano interessati, visto che NON sono in Friuli….
Visto che probabilmente la DOC sarà riservata in massima parte per il bag in box, fanno bene a resistere
Forse era meglio se la DOC si fosse chiamata FRIULGIULIA, così si poteva promuovere assieme TUTTA la regione vinicola.
Ciao Adriano, grazie per il tuo intervento, riporto le tue considerazioni e ti invito a leggere l’intervista al Dott.Penco,
può darsi che ci sia una risposta alle tue perplessità.
La zona Collio dove si fa vera qualità in Friuli, giustamente non vuole mescolarsi con gli altri.
Paolo
Affermare che “Visto che probabilmente la DOC sarà riservata in massima parte per il bag in box, fanno bene a resistere” significhi non conoscere la realtà.
Senza esserne un difensore a oltranza, posso dire che il B-in-B è un contenitore molto apprezzato su alcuni mercati, al punto che viene richiesto lo stesso vino proposto in bottiglia. Non è un obbligo usarlo, se alcune aziende riterranno di avere richieste di mercato, perchè perdere un’occasione commerciale? Non inserirlo da subito nel disciplinare, a differenza di molte altre DOC, avrebbe significato attendere 3 o 4 anni per una successiva modifica.
Che poi i vertici qualitativi regionali debbano identificarsi con un altra tipologia di vino, siamo d’accordo. Ecco perchè le DOC attuali non vengono toccate. Anzi, tolta quella parte di produzione più “commerciale” (nel senso buono del termine), saranno ulteriormente stimolate a elevare i propri standard.
Uno dei problemi maggiori delle DOC è la distanza tra la produzione media e i picchi. Ciò non favorisce lo sviluppo del marchio della DOC. Dal mio punto di vista, poter inserire tra le DOC attuali e le IGT una DOC regionale aiuterà a fare ciò.
Ben inteso, la qualità non la fanno i disciplinari ma le aziende. I disciplinari sono strumenti scelti dai produttori per darsi regole e standard minimi, poi sta a loro dimostrare di saper eccellere.