Qualche anno fa abbiamo visitato diverse cantine che lavorano le uve bianche effettuando la fermentazione con macerazione sulle bucce. I vini ci sono piaciuti e ne abbiamo conservate alcune bottiglie in cantina per verificare la loro capacità di affinamento nel tempo. Di seguito i risultati di alcune degustazioni effettuate nei giorni scorsi.
CARLO DI PRADIS DOC COLLIO FRIULANO “SCUSSE” 2006 GR.14,5
Giallo ambra, leggermente velato, consistente alla vista. Naso fine, è intenso con ricordi di mela golden matura, erbe aromatiche, spezie orientali (curcuma), frutta secca (mandorla e nocciola). In bocca è caldo, secco, morbido, l’equilibrio viene assicurato dalla presenza di vellutati tannini e da una ricca e tipica sapidità minerale. Lunghissima persistenza.
LA CASTELLADA DOC COLLIO FRIULANO 2007 GR.13,5
Colore giallo dorato intenso tendente al topazio, limpido e consistente nel bicchiere. Intenso e fine al naso con sentori evoluti di fiori gialli, mela cotogna, pesca, fieno, spezie. Secco, caldo, morbido, in bocca spicca la sua sapidità minerale e il retrogusto di frutta secca tipico del vitigno, permane a lungo.
MARCO FON KRAS (CARSO) MALVASIA “STEEL” 2009 GR.12,5
Giallo ambrato, leggermente velato, consistente nel bicchiere. Intenso e fine al naso, mélange di sapidità salina e calcarea, poi mela cotogna, agrumi, fieno, salvia, santoreggia, una passeggiata virtuale tra le rocce del Carso dopo una pioggia autunnale. Abbastanza caldo in bocca, insistente nella sua potenza, morbido, quasi burroso, lungamente persistente.
Nota: nei vini macerati e non filtrati è probabile la presenza di particelle in sospensione e talvolta di depositi sul fondo della bottiglia. Noi abbiamo scelto di non rendere omogeneo il contenuto della bottiglia prima di versare il vino e di fermare la mescita prima di eventuali depositi.
Cosa manca? Chi ha partecipato a degustazioni di vini bianchi macerati avrà notato talvolta la presenza di odori poco gradevoli. Vi assicuriamo che qui non ci sono. Anche la presenza di acidità volatile è sotto la (nostra) soglia di percezione o quando c’è è assolutamente funzionale alla veicolazione dei profumi del vino.
Cosa c’è in più? I tannini! Quando seguivo i corsi Ais (Associazione Nazionale Sommelier),una docente (bravissima enologa) mentre parlavamo in modo informale mi disse che secondo lei i vini rossi erano più “completi” dei bianchi perché hanno anche i tannini. In questi bianchi abbiamo una struttura e una presenza tannica dovute alla macerazione delle uve che ci consente di ampliare (quasi) a piacere la gamma di abbinamenti possibili, salumi e carni compresi.
Marco Furlan
02 dicembre 2014