Grande partecipazione di pubblico per la prima edizione di Mettiamoci la Piazza, evento organizzato nell’ambito della Festa dell’Uva 2016, dall’Enoteca di Cormons in collaborazione con i ragazzi del gruppo Enoteca 3000, giovani ed entusiasti protagonisti del Collio con ambiziosi programmi per il futuro.
Il protagonista della serata, presentata da Alessandro Scorsone è stato il Friulano-Tocai con sei vini, annate 2015 e 2005, raccontati dai rispettivi produttori : Branko, Drius, Picech, Sgubin, Sturm, Toros, accompagnati da assaggi di stagione preparati da Alessandro Gavagna, chef de La Subida.
Dopo il saluto di benvenuto da parte di Elena Orzan, direttrice dell’Enoteca di Cormons nonché madrina del Gruppo 3000 e di una rappresentante dell’amministrazione comunale, Alessandro Scorsone, istrionico affabulatore, ha introdotto la degustazione ricordando che il vino va assaggiato senza ricorrere ad artificiose narrazioni, alla ricerca di improbabili sentori che lasciano a dir poco perplessi. “Il vino è figlio di storie che hanno un volto, hanno mani che lavorano la vigna…”
E i volti partecipi erano quelli dell’emozionatissima Michela Sgubin, portavoce nonché protagonista, insieme a suo marito, dell’azienda Renzo Sgubin, che ha presentato il Friulano Isonzo 2015, da vigne vecchie circa quarantacinque anni.
Un Friulano a primo naso molto aromatico, in bocca è asciutto, deciso, scattante. Minerale, sapido, con note vegetali che si ritrovano all’atmosfera del Collio è il Friulano Isonzo 2015 Drius, da vigne di diversa età, alcune di 7/8 anni, altre di 60. Igor Erzetic–Azienda Branko, con il Friulano Collio 2015 da vigneti di dieci e venticinque anni, affermando l’importanza di comunicare non solo con le parole ma soprattutto attraverso il vino, ha raccomandato caldamente di seguire il vino nella sua evoluzione nel tempo…”Il vino giovane è sempre un po’ rude, il tempo gli regala eleganza arrotondando le parti più spigolose”. Franco Toros con il Friulano Collio 2015, si è compiaciuto per l’entusiasmo con cui i ragazzi di Enoteca 3000 hanno organizzato l’evento; Il suo Friulano, elegante e di grande struttura, è prodotto da vigne di dieci e sessant’anni. Il Friulano di Roberto Picech è potente, usando le sue parole è :- Il vino aromatico del Collio, è l’autoctono con la sua ruvidità che si potrebbe definire contadinità… In un mondo di donne eleganti c’è ancora chi crede in quelle viti nonostante che l’uva, dopo tanto lavoro, venga pagata a un prezzo bassissimo-… Il Friulano è presente in tutte le tre linee prodotte dall’Azienda Picech; nel 2015 la vigna di Pradis è stata colpita dalla grandine, si è salvato il vigneto alle pendici del Monte Quarin, con viti di sessant’anni. Tornando indietro di dieci anni ecco i sei Friulani 2005.
Dell’annata si ricorda un giugno freddo ma non piovoso. In comune i vini 2005 in degustazione hanno ancora una spiccata acidità, il Tocai (all’epoca si chiamava ancora così…) Isonzo 2005 di Drius, come ha detto il suo vignaiolo, ha bisogno di qualche minuto per esprimersi. Franco Toros ha giustamente colto al balzo il momento per chiedere ai presenti, quanto piacciano i vini “datati”. La tendenza prevalente è quella che porta al consumo di vini giovani, soprattutto se si tratta di vini bianchi. È difficile far comprendere che, soprattutto i vini prodotti in Collio, hanno un’accertata potenzialità d’invecchiamento, come dimostrato in diverse circostanze. Roberto Picech, gustando il suo Tocai Collio 2005, ha suggerito di non esprimere giudizi netti sui vini. “Questi parlano semplicemente del modo di vivere del vignaiolo, anche negli anni i vini hanno qualcosa da esprimere, ogni vino ha il suo ciclo; bisogna cogliere le emozioni con l’entusiasmo di un bambino”… Ricordiamo che il vino ottenuto da uve di Tocai si chiama Friulano dal marzo 2007.C’è una lunga storia dietro al cambio del nome, storia che per ragioni politiche ha avuto due contendenti: il Tocai italiano, meglio del Friuli Venezia Giulia, e il Tokaji ungherese che per vinificazione e qualità organolettiche è completamente differente. Comunque il Friulano nel cuore rimane Tocai, il vino della buona compagnia, della tartina con il prosciutto crudo, il vino dell’aperitivo e del benvenuto. Il vino che parla di un territorio generoso, dinamico e ospitale.I vignaioli ci hanno regalato un’anteprima: l’annata vinicola 2016 sarà da ricordare per la qualità delle uve e, sicuramente anche dei vini.Il ricavato della serata è stato destinato alla ricostruzione delle zone del centro Italia colpite dal terremoto.
Giuditta Lagonigro
7 settembre 2016